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Trekking dei santuari

  • Writer: Daigoro Fonti
    Daigoro Fonti
  • Nov 27, 2014
  • 4 min read

Un tempo qualcuno disse: "non conoscerai mai l'Italia se prima non sei stato in Sicilia".

Di questa magnifica terra, si possono raccontare mille storie, selvaggia per le sue bellezze naturali e faunistiche tipiche della macchia mediterranea cattura lo sguardo anche del viaggiatore più esigente. La Sicilia è una di quelle mete che solamente vivendoci in completa armonia la si può capire realmente, una terra che sa darti tantissimo e toglierti tutto poco dopo, mistica durante le stagioni più fredde e pungente durante quelle più calde. Ma come conoscere veramenete un territorio? Come comprendere appieno la sua natura? Sono domande che mi pongo da tempo, così ho ho pensato che il modo migliore è quello di andare a cercare luoghi, incontrare e conscere persone che di questa terra ne hanno conservato le origini e le tradizioni creando una relazione uomo-natura strettamente legata dalla cultura tramandata da padre in figlio, di generazione in generazione, e che oggi è diventata essenziale affinche tutto questo possa vivere in completa armonia. Decido insieme a mia moglie di mettermi in cammino e di aggregarci a un gruppo di persone tutte molto simpatiche e con una passione in comune, il trekking, così, armati di zainetti iniziamo questo cammino di quattordici chilometri chiamato "il cammino dei santuari" dalla nostra guida Giuseppe esso prevede il nostro passaggio presso l'eremo di S.Rosalia dove troveremo la grotta in cui la santa vi si rifugiò per ben dodici anni!

Partiamo da Santo Stefano di Quisquina, per poi scendere e risalire fino a pizzo San Calogero ultima tappa a circa 970 metri di quota.

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Salendo per campagne e stradine, siamo diretti alla fattoria dell'arte dove avviene il nostro primo incontro con una mandria di asini e muli ( vedi foto ) , tutti ben curarti e puliti, si vede chiaramente che sono abituati alla presenza di persone estranee perchè si avvicinano per elemosinare qualcosa da mangiare facendo di tutto per essere notati.

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Poco dopo si avvicina a noi un uomo che conosce bene la nostra guida, ha un aspetto molto contadino, non ci vuole molto a capire che è il proprietario della mandria di muli. Dopo aver fatto le varie presentazioni, scopro che Lorenzo non solo è il pastore e il proprietario della fattoria che si trova a pochi passi dal recinto degli asini ma egli è anche uno scultore, tra i più famosi e bravi della zona, chiedo alla nostra guida se fosse possibile andare a vedere qualche opera di Lorenzo così da poter fare qualche scatto a lui con le sue opere, ma Giuseppe la nostra guida, dice che non è possibile perchè corriamo il rischio di perdere troppo tempo e non raggiungere le tappe prima che faccia sera. Lì tutto è opera di lorenzo non solo le statue e le opere d'arte, ma anche i pagliari e la fattoria, tutti costruiti con le sue mani e mantenute in perfetto stato, Lorenzo dimostra da subito di essere un uomo molto gentile tanto chè si presta per qualche scatto vicino al suo "pagliaro" dove cuoce la ricotta ancora con mezzi e metodi tradizionali. ( Vedi foto sotto )

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Il Pagliaro è una costruzione di pietre con un tetto di paglia, adibito a "cucina" per preparare la ricotta e altri prodotti nostrani. Ogni anno il la paglia del tetto viene cambiata con quella nuova.

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Dopo aver salutato Lorenzo ci rimettiamo in cammino, risalendo la dorsale del monte Quisquina, scatto un ultima foto alla mandria di asini, che ci guardano come per salutarci, alle loro spalle uno spettacolo che la Sicilia ci regala come se volesse omaggiarci con gentilezza.

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La salita è più lunga di quanto mi aspettassi, ad un tratto le nuvole incombono minacciose di pioggia, scatto questa foto ad un nostro compagno di escursione. Molto più abituato di me a questi percorsi.

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Finalmente arriviamo in vetta, a circa 1.200 metri di altezza, dove ci possiamo concedere una pausa e ammirare la sorgente del fiume platani. Per fortuna le nuvole sono andate via lasciando il posto ad un cielo limpido e sereno.

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Prima di ripartire facciamo una foto di gruppo, prossima tappa: la quercia grande.

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Alla partenza decido di aspettare che il gruppo vada avanti, per poter scattare questa foto ad un pagliaro solitario che si trova proprio sulla vetta dove eravamo fermi per la pausa.

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Attraversiamo boschi e sentieri più o meno impervi, diretti alla quercia secolare o comunemente chiamata "quercia grande" dalla gente del posto.

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Una volta arrivati tra una chiacchiera e l'altra scatto questa foto a Vitale, elemento fondamentale della giornata., Vitale ha ben 78 anni ed è stato un compagno che ha reso la giornata piena, grazie alla sua costanza e la sua resistenza ad affrontare questo percorso, diciamo che ha reso a tutti noi, giovani, più ottimisti. La foto si intitola: una grande quercia per un grande uomo.

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Dopo essere rientrati nei boschi ed aver camminato per qualche chilometro scorgiamo il primo grande edificio che inesorabile spunta tra gli alberi. Siamo arriviati all'eremo di Santa Rosalia.

Così chimamato perchè costruito intorno la grotta di Santa Rosalia. Grotta in cui la santa soggiornò in solitudine per ben dodici anni ossia dal 1150 al 1162.

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Questa è la fine della grotta dove vi è una statua in onore della santa. L'entrata è un piccolo cunicolo scavato tra le rocce tempo dopo la scoperta della grotta, l'entrata originaria era in realtà a pozzo verticale.

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Dopo la pausa pranzo, ( pranzo al sacco ), ci rimettiamo in cammino e attraversiamo ancora una volta boschi e sentieri. L'atmosfera che si respira è mistica, l'odore della natura è palpabile, ancora una volta la Sicilia ci meraviglia nella sua semplicità.

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Risaliamo a circa 1.100 metri di quota, il tramonto è alle porte le nuvole basse creano degli effetti scenografici incredibili. Decido di allontanarmi di nuovo dal gruppo per vedere meglio oltre un crinale che copre parzialmente la vista, così mi arrampico tra alcune rocce, e vengo ricompensato da questo spettacolo che solo la natura può regalare, e ancora una volta mi ricorda quanto è piccolo l'uomo in confronto a essa.

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Le nuvole ci assalgono coprendo anche il sole, il paesaggio è suggestivo e al tempo stesso mistico.

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Un'altro regalo della natura.

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Al tramonto il sole colpisce gli alberi che con il loro colori autunnali sembrano degli spruzzi di colore.

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Infine ecco la chiesa di San Calogero, una piccola chiesa sul "pizzo" di una montagna, adesso è ora di tornare a casa, ci aspetta una bella doccia calda e un buon pasto.

Alla prossima!

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