Duemila anni di storia non bastano.
- Daigoro Fonti
- Jan 6, 2015
- 3 min read
Oggi, 6 gennaio 2014, si chiude una delle più belle, imponenti e suggestive attrattive siciliane, stiamo parlando del presepe vivente di Custonaci ( TP ). Come da titolo non sono bastati duemila anni per dimenticare i mestieri tramandati da padre in figlio nel corso dei secoli. Da ben trentatre edizioni, durante il periodo natalizio il paese di Custonaci organizza una delle più grandi manifestazioni dimostrative dei mestieri antichi in Sicilia. Tutto fa da contorno alla più importante nascita della storia, della nostra cultura, la nascita di Gesù bambino, all'interno della grotta mangiapane presso il borgo scurati.
I visitatori durante un percorso a piedi attraverso "il paesino", possono essere spettatori di vere produzioni artigianali antiche, come ad esempio la produzione dell'olio d'oliva con macina a pietra trainata da un mulo. Dal 2006, il presepe vivente è entrato nel Registro delle Eredità Immateriali, tra i 100 beni immateriali della Regione Siciliana. Ci sarebbe tanto altro da dire ma le parole non bastano a descrivere la bellezza e l'originalità della manifestazione e per questo che ho voluto scattare queste foto per raccontarvi i mestieri di una volta.
LA GROTTA MANGIAPANE, IMMERSA NEL TIPICO PAESAGGIO MEDITERRANEO.

Il percorso comincia con la vista di un tipico carretto siciliano, in questa foto due bambini vestiti a tema.

L'olio d'oliva spremuto dal frantoio di pietra, qui il mulo gira la macina guidato dal frantoiano.


L'artigiano del Flauto crea dei veri e propri flauti di canneto utilizzati per tantissime feste folkloristiche in Sicilia e non solo.

Come in ogni ambiente di campagna non possono mancare le pecore.

Un apicultore utilizza la cera per farne delle candele, utilissime quando ancora le case non erano illuminate grazie all'elettricità.

Il vimini è uno dei materiali più venduti in commercio, qui un artigiano sta creando una cesta.

Uno scalpellino propone le sue opere in marmo, tra esse si trovano le pile utilizzate per lavare a mano i vestiti.

Un artigiano crea un quadro in argilla.

Un mandriano fa esercitare i cavalli.

Anche i giovani contribuiscono alla buona riuscita della manifestazione così da fare in modo da renderla più reale possibile. Quì due ragazzi setacciano il grano.

L'assistente del fabbro prepara il fuoco per la forgiatura degli attrezzi.

Successivamente il fabbro insieme ai suoi assistenti crea dei veri e propri attrezzi agricoli e non solo, come si può vedere la mola è girata a mano l'espressione del ragazzo al centro la dice lunga sul lavoro ripetitivo e continuo.

Il bottaio e tutti i suoi attrezzi appesi sistemati minuzioasamente alla parete pronti per essere usati.

Un ragazzo ravviva il fuoco che riscalda l'acqua per il lavaggio del bucato.

Delle ragazze si apprestano a pulire i panni.

Durante tutto il percorso è possibile degustare prodotti titpici Siciliani come il primosale, la salsiccia, la focaccia dolce, e il cosiddetto pani cunzatu, il tutto prodotto sul momento.
Un artista dipinge su legno.

Non mancano le scene di vita quotidiana.
Tra i mestieri più antichi non può mancare quello del barbiere.

Un bambino in una falegnameria impara il mestiere del "padre".

Un artigiono si occupa delle decorazioni per i cavalli che trainano i carretti siciliani.

Un artigiano alle prese con la riparazione di un pupo ( marionetta ) siciliano. Nel 2008 l'UNESCO ha iscritto l'Opera dei Pupi tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell'Umanità, dopo averla originariamente proclamata nel 2001. È stato il primo Patrimonio italiano a esser inserito in tale lista.

All'interno della grotta possiamo finalmente ammirare il bambin Gesù con Maria e Giuseppe. La scena che si presenta davanti gli occhi è molto suggestiva, l'imponenza della grotta rende tutto più interessante e meno scontato.

Ma le sorprese non finiscono quì, il percorso continua ancora, rendendo ancora più sorprendente questa esperienza, all'uscita della grotta infatti il percorso continua con altre scene e degustazioni. Quì un pastore sta sistmando i campanacci per le capre.

La Sarta.

Un'altro mastro bottaio alle prese con dei barilotti per il vino.

Un artigiano della ceramica ripara un vaso.

Il nostro viaggio nelle arti antiche finisce quì, posso dire di ritenermi fortunato, per un'ora sono tornato indietro nel tempo, ho visto e scoperto mestieri antichi, persone che amano ciò che fanno, e, che da anni portano avanti questa passione con l'unico scopo di far riscoprire la Sicilia che fù, imparare, e divertire.
Voglio chiudere questo viaggio con il ritratto di un bambino che gioca tra la vegetazione, e per un attimo guardando e soffermandomi su questo bambino mi sono sentito un pò come lui, un piccolo uomo che di tanto in tanto riesce a giocare con il tempo.
Daigoro Fonti.

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